SCHEDA DEL FILM

Cinema Mariani Ravenna

martedì 21 novembre

LA MOGLIE DI TCHAIKOVSKY

  • Regia: Kirill Serebrennikov
  • Attori: Ekaterina Ermishina, Alyona Mikhailova, Odin Lund Biron, Nikita Elenev
  • Distribuzione: Arthouse
  • Nazione: Russia/Francia/Svizzera 2022
  • Genere: Drammatico/Biografico
  • Durata: 143 minuti
  • Orari

    mar 21: 18.30 - 21.00

    2Days Cult Movie

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Trama del film

Il 18 luglio 1877 Pëtr Il'ic Cajkovskij sposa Antonina Ivanovna Miljukova, una sua ex allieva di cui aveva perso il ricordo, che gli aveva scritto una lettera appassionata dichiarandogli il suo amore. Con questo matrimonio il noto compositore compie un tentativo per negare a se stesso la propria omosessualità. Si tratterà di un totale fallimento che viene letto attraverso la vicenda della donna la quale non rinuncerà mai all'idea di considerare Pëtr come il proprio uomo.

Trailer

Commento

La vita e la sessualità di un grande compositore di musica classica lette attraverso lo sguardo della legittima consorte il cui amore si trasforma progressivamente in ossessione.  L'argomento era già universalmente noto e il cinema se ne era già appropriato grazie alla lettura, come sempre dissacrante e talvolta rutilante, di Ken Russell in L'altra faccia dell'amore dove però lo si affrontava guardando all'aspetto biografico del musicista. Serebrennikov invece ribalta la prospettiva ed assume il punto di vista di lei, di Antonina, prendendo le mosse dalla camera mortuaria del compositore a cui lei si presenta come visitatrice decisamente indesiderata.  La relazione tra i due non è limitata ad un'illusione di 'redenzione' del coniuge da parte della consorte ma entra a far parte direttamente della creazione di un'opera, l"Evgenij Onegin", a cui Cajkovskij stava lavorando. Di fronte alla dichiarazione passionale avrebbe ceduto perché altrimenti si sarebbe sentito di comportarsi peggio del suo personaggio "un bellimbusto freddo e privo di cuore" come scrisse ad un amico.  Antonina lo sposa divenendo di fatto una sua proprietà ma anche rifiutando, quando la situazione precipita e la repulsione di lui nei suoi confronti si fa esplicita, di divorziare. Serebrennikov non solo ci mette di fronte alla vita e ai sentimenti di una donna che all'epoca (e sembra dirci forse anche oggi) non contavano granché visto il suo ruolo subalterno nella società. Fa di più già solo nello scegliere l'argomento. Tutti abbiamo ben presenti le dichiarazioni omofobe del patriarca di Mosca Kirill che ha accomunato il tentativo di occupazione dell'Ucraina alla crociata contro i gay e, nello specifico, contro i gay pride che secondo lui l'Occidente sosteneva in quel Paese.  Ecco allora che un regista coraggioso ricorda ai russi (se mai potranno vedere il suo film) che uno dei geni della storia della musica classica, un russo doc, era gay e questa sua scelta in campo sessuale non gli ha impedito, come la propaganda putiniana vorrebbe, di scrivere opere immortali. Il regista non giudica né lui né la consorte. Se a lui imputa la facile soluzione di voler risolvere un legame pagando una sorta di rendita mensile a lei non risparmia la caduta in una progressiva ossessione che non esclude momenti di degrado. Tutto questo in un film biografico che non si sottrae al melodramma ma che non perde mai di vista, anche quando eccede, la lettura di una società fondamentalmente misogina in cui l'affermazione dei diritti di una donna nella vita di coppia passa attraverso il dolore e la frustrazione. (Giancarlo Zappoli)

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