SCHEDA DEL FILM

Cinema Mariani Ravenna

giovedì 16 marzo

AVATAR - LA VIA DELL'ACQUA

  • Regia: James Cameron
  • Attori: Kate Winslet, Zoe Saldana, Sam Worthington, Sigourney Weaver, Oona Chaplin
  • Distribuzione: Walt Disney
  • Nazione: USA 2022
  • Genere: Azione/Avventura/Fantasy
  • Durata: 190 minuti
  • Orari

    gio 16: 21.00

    Oscar 2023 Miglior Effetti Speciali

    In collegamento con Giuseppe Tagliavini visual effect artist del film

    Finalmente è Giovedì

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Trama del film

Dopo la vittoria sugli invasori umani, i Na'vi hanno vissuto in pace. Con loro sono rimasti alcuni scienziati terrestri insieme ai propri avatar e un ragazzino troppo giovane per essere rispedito sulla Terra. Di nome Spider e figlio del defunto colonnello Quaritch, è cresciuto insieme alla famiglia di Jake Sully, che ha tre figli naturali: il maggiore Neteyam, il ribelle Lo'ak e la piccola Tuk. Inoltre Jake e Neytiri hanno adottato Kiri, figlia dell'avatar di Augustine Grace e di padre ignoto, dotata di una sovrannaturale connessione con Eywa, la grande madre di Pandora. La Terra versa in condizioni sempre peggiori e Pandora può essere una nuova casa per gli umani, che tornano sul pianeta più bellicosi che mai, questa volta anche con soldati avatar - tra i quali un "nuovo" Colonnello Quaritch, ossia un corpo Na'vi abitato da un backup della sua coscienza. Inevitabilmente cercherà vendetta contro Jake, che nel frattempo è diventato il capo dei ribelli Na'vi, e lo obbligherà a lasciare la foresta per cercare rifugio con la famiglia presso i Metkayina, pacifici abitanti di un grande arcipelago.

Trailer

Commento

A tredici anni di distanza da un film che ha segnato la storia del cinema, in maniera incontrovertibile almeno dal punto di vista economico, la sfida in questo a lungo rimandato sequel da parte di James Cameron è nel ribadirne la forza appunto cinematografica. Il che, nell'epoca post-pandemica e in una ripresa difficoltosa della sala, più o meno ripida a seconda delle zone del mondo, non è una passeggiata: è interessante perciò a nostro parere isolare ed evidenziare l'essenza dell'esperienza in sala nella proposta di Cameron e dei 20th Century Studios / Disney (ex-20th Century Fox). Perché Avatar 2 si sarebbe comunque trovato a incarnarla simbolicamente, venendo da un precedente così clamoroso, però a maggior ragione la incarna oggi.  Dal punto di vista tecnico, incredibilmente, Avatar: La via dell'acqua riesce a dire qualcosa di forte nonostante sulla carta non presenti nulla di nuovo: la performance capture in un decennio ha fatto passi da gigante, e il sostegno della Weta (coadiuvata da altre case come l'Industrial Light & Magic), sotto la guida del veterano Joe Letteri, potenzia nel dettaglio quello che già in Avatar fu recepito come un punto di riferimento dell'illusione d'alta scuola. Tra personaggi digitali "interpretati a distanza", ambienti ed effetti fisici ricreati in CGI con una cura tale da rendere la realtà obsoleta, Avatar 2 al massimo delude quando vedi comparire un vero, banale essere umano. Battute a parte, crediamo che sia di grande interesse l'uso discriminante dell'high frame rate, della ripresa in questo caso a 48fps, affiancati agli usuali 24. È stato scritto più volte che l'high frame rate serve al meglio l'azione, mentre siamo più abituati ai 24 quando si tratta di assistere a normali scene di dialogo: qui Cameron dribbla gli esperimenti di Peter Jackson o Ang Lee, perché passa dai 24 ai 48 quando lo ritiene opportuno, dominando quindi l'innovazione tecnica e non subendola. Oltretutto sembra evitare anche quella citata distinzione, perché durante la proiezione capita di notare l'uso dell'high frame rate anche in sequenze che non necessariamente hanno movimenti di macchina veloci, ma che ne beneficiano per una sensazione di presenza. Certo, torna il 3D nei cinema che lo garantiscono, ma è la combinazione di HFR e 3D ad affascinare, specialmente nelle scene sottomarine o a pelo d'acqua, oltre che naturalmente nei combattimenti. Questo è cinema: nella tecnica e nell'uso della tecnica, perché è difficile riprodurre a casa propria questo spettacolo, e in ogni caso qui si è investito in mezzi espressivi che rendono meglio in sala. Avatar: La via dell'acqua però, uscendo nel 2022, è cinema anche dal punto di vista concettuale. Lo spettacolo dei blockbuster attuali segue la strategia dello "universe" divenuta molto cara alle major, che la spolpano in un tessuto complesso di uscite (si vedano le fasi marveliane), tirando anche l'acqua al mulino delle varie piattaforme di streaming, oltre che della sala. Ecco, non sappiamo cos'accadrà al mondo di Avatar in futuro, ora che la transizione in casa Disney è completa e c'è pur sempre Disney+ da alimentare, però fino a questo Avatar 2... Jim Cameron quasi commuove: rispetta il tempo dello spettatore molto di più di quelle altre operazioni. Qualcuno sorriderà magari pensando alla durata della Via dell'acqua, tre gargantuesche ore e quindici minuti, però attenti al quadro generale: per godere dell'esperienza Avatar finora, emotivamente, bastano quindi 162 più 195 minuti. "Bastano" sei ore e mezza in totale, e per un ripasso prima di Avatar 2 solo le due ore e quaranta del capitolo precedente! Pensate a quanto tempo vi è necessario ormai per sentirvi "parte" del Marvel Cinematic Universe o dello Star Wars cinetelevisivo, a quante cose dovete vedere per emozionarvi sul serio per quello che avete di fronte. Il mondo di Avatar, i suoi personaggi, vogliono reggersi da sé... e il prossimo appuntamento è nel 2024. Ultimamente Top Gun Maverick ha rappresentato lo stesso approccio vecchio stile all'intrattenimento da blockbuster: la creazione di un evento rituale vissuto come tale dagli stessi autori, non un appuntamento che non si può mancare per completismo e solo per rimanere al passo. Qui ci si permette persino il rischio di sacrificare qualche elemento della storia che si è appena creato, nel respiro di un singolo film. Per queste due ragioni, Avatar: La via dell'acqua ci è apparso un raro esempio di cinema puro ad alto budget, ma c'è un risvolto della medaglia: la valutazione positiva è legata all'usufruire di questo spettacolo appunto in sala. Se rimanderete la visione allo streaming, a una serata casalinga, potete virtualmente ridurre le stelle che vedete in alto a destra. Perché, al di là di questa sua potente identità, Avatar 2 non spicca per qualità particolari di racconto: il copione, scritto da Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver, sostanzialmente usa la stessa struttura narrativa del primo capitolo, spalmandola sulla prole di Jake e quindi ramificando la vicenda su più protagonisti, rimasticando gli stessi temi, fingendo di cambiare il cattivo e cambiando ambientazione, passando da montagne e foreste all'oceano (l'affinità di Cameron per l'elemento acqua è notoria, e si chiude un occhio sulla retorica della preghiera al mare, perché sappiamo che lui, proprio lui, ci crede sul serio). La coralità non ci è sembrato però che a conti fatti abbia arricchito più di tanto la narrazione qualitativamente, e com'è naturale in più di tre ore qualche lungaggine non manca. Lo spettacolo sul grande schermo compensa? Certo, ma questo è il miracolo e insieme il limite dell'ultima impresa di James Cameron. (Domenico Misciagna - ComingSoon)

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