SCHEDA DEL FILM

Cinema Mariani Ravenna

giovedì 2 marzo

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

  • Regia: Francesco Patierno
  • Attori: Marino Fuani
  • Distribuzione: Cinecittà Luce
  • Nazione: Italia 2022
  • Genere: Documentario
  • Durata: 71 minuti
  • Orari

    gio 2: 21.00

    Collegamento con il regista Francesco Patierno

    Finalmente è Giovedì

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Trama del film

Il 26 luglio 2012 Fuani Marino si getta da un balcone al quarto piano di uno stabile di Pescara. Ha appena compiuto trentadue anni e da meno di quattro mesi è madre della sua prima e unica figlia Greta. Non morirà e quanto accaduto, prima e dopo quel gesto, entrerà a far parte di un libro per poi trovare, tre anni dopo, un'altra modalità di narrazione.

Trailer

Commento

Francesco Patierno, con l'originalità di sguardo che gli è peculiare, realizza un flusso narrativo in diretta collaborazione con chi ha vissuto l'esperienza del togliersi la vita.  Non è di un documentario che si può parlare nei confronti di questo complesso lavoro che ha visto collaborare alla sceneggiatura la stessa Marino che ha anche messo a disposizione un ampio numero di documenti fotografici, scritti e video. Diventa necessario utilizzare un'altra terminologia e il vocabolo più affine può essere proprio flusso.  Perché lo spettatore viene immerso nello scorrere di quarantadue anni della vita di una persona che a un certo punto ha preso una decisione come quella del suicidio e, essendo sopravvissuta, ha deciso di compiere un gesto estremamente positivo: raccontarsi esponendo il disagio psichico come una condizione di cui non doversi vergognare.  Già la scrittura del libro aveva costituito un primo ed importante contributo ma ora il distacco, in qualche misura fornito da una voce narrante che non è quella di Fuani, si fonde con un'immersione ancora più forte nel suo sentire grazie alle pagine di diari messe a disposizione e mostrate. Patierno si è avvalso anche di moltissimo materiale ricercato nella vastissima cineteca dell'Istituto Luce creando una dimensione quasi straniante. Perché molti dei filmati sono chiaramente degli anni Sessanta mentre la protagonista della vicenda è nata nel 1980 e quindi non è stata influenzata da quel tipo di comunicazione.  Questo però contribuisce ad ampliare lo spettro del coinvolgimento quasi volesse dire che non solo per la generazione di Fuani ma ancor più a partire da quelle precedenti una neo-madre che tentava il suicidio era da additare non come psichicamente sofferente ma come colpevole. Viene così quasi spontaneamente alla memoria un altro percorso dalla carta stampata allo schermo (questa volta sotto forma di film): Fai bei sogni di Marco Bellocchio dal libro di Massimo Gramellini. Là il suicidio considerato come colpa si traduceva in un occultamento, protrattosi per decenni, di quanto accaduto nei confronti del figlio bambino all'epoca del fatto.  Fuani Marino e Francesco Patierno realizzano così un'opera che davvero si può definire terapeutica perché qualsiasi messaggio che metta in comune un disagio aiuta a far superare il senso di isolamento e di autopunizione da parte di chi lo vive e può stimolare il superamento di pregiudizi. Quando poi si vedono le immagini che ricostruiscono la soggettiva della caduta nel vuoto, vengono alla mente quelle realizzate da Stanley Kubrick per il suicidio del drugo Alex in Arancia meccanica. Questo ci ricorda ulteriormente come il cinema, nelle sue varie forme di espressione, sia uno straordinario mezzo per favorire la partecipazione e la comprensione di se stessi e del prossimo. (Giancarlo Zappoli - MYmovies)

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